Parte il Fondo di previdenza per i giovani: con 100 euro dai genitori e 50 euro annui dall’INPS, si costruisce una rendita.
Il dibattito sulla previdenza complementare si arricchisce di una nuova proposta che mira a coinvolgere i più piccoli sin dai primi mesi di vita. Con un emendamento alla Legge di Bilancio, prende forma il Fondo di previdenza per i giovani, un’iniziativa pensata per incentivare l’apertura di posizioni previdenziali dedicate ai neonati. Il meccanismo è semplice ma ambizioso: si tratta di uno strumento volontario, che punta a radicare una cultura del risparmio previdenziale già dalla culla, per fornire ai giovani un supporto concreto nella fase di avvio della vita adulta.

Modalità di adesione e versamenti previsti
L’iscrizione al nuovo fondo sarà volontaria e potrà essere attivata nei primi tre mesi di vita del bambino. A compiere questo passo saranno i genitori o, in alternativa, un parente fino al terzo grado. Per aprire la posizione previdenziale sarà necessario un versamento iniziale di 100 euro, mentre lo Stato, tramite INPS, interverrà con un contributo integrativo di 50 euro, presumibilmente con cadenza annuale.
Le modalità esatte per i versamenti successivi, la frequenza e gli eventuali limiti saranno definite tramite un decreto attuativo del Ministero del Lavoro, in accordo con il Ministero dell’Economia, l’INPS e la COVIP, l’autorità di vigilanza sui fondi pensione. Si tratta quindi di un’architettura normativa ancora in via di definizione, ma già delineata nei suoi principi fondamentali.
Finalità della rendita e impatto previsto
Il fondo non ha solo una finalità previdenziale in senso stretto, ma ambisce a diventare un trampolino di lancio per i giovani al compimento della maggiore età. I ragazzi e le ragazze, al raggiungimento dei 18 anni, potranno infatti riscattare quanto accumulato. Le somme potranno essere utilizzate per pagare tasse universitarie, iscriversi a corsi di formazione o avviare un’attività imprenditoriale. Si stima un costo iniziale per lo Stato pari a 18 milioni di euro all’anno, sulla base dei circa 369.000 nati nel 2024. Una proposta alternativa, prevede invece contributi pubblici più consistenti – fino a 300 euro il primo anno – ma con una spesa pubblica ben più alta.
L’obiettivo dichiarato è raddoppiare il numero di aderenti alla previdenza integrativa, oggi pari a circa 10 milioni, e abbassare l’età media degli iscritti, attualmente superiore ai 47 anni. In questo senso, il fondo rappresenta un passo concreto verso una previdenza più equa e lungimirante.